20.3.10

Quan

Rileggendo dopo diversi anni il libro di Catherine Despeux ("Taijiquan - Arte Marziale, tecnica di lunga vita", edito in Italia dalle edizioni Mediterranee), mi sono imbattuto in un passaggio molto interessante che, ad una prima lettura, mi era passato del tutto inosservato.


Cito testualmente:




"Il termine quan indica soprattutto la forza, il coraggio. Indica in primo luogo la mano, secondo lo Shuowen, primo dizionario etimologico che risale al primo secolo. L'ideogramma quan "pugno" va accostato all'ideogramma omofono quan che significa pesare, valutare, e che era a sua volta l'equivalente di un altro omofono quan, definito dallo Shouwen "la potenza, la posizione del soffio"dando l'idea d'una potenza raccolta e contenuta. [...]La parola quan (pugno) implica dunque l'idea di dominio e di potenza, ma anche quella di misura, di valutazione."




Poi, anche M.me Despeux cita, ma dal Taiji Quan Tushuo di Chen Pinsan (1849-1929) :




"il termine quan (pugno) significa valutare, perchè è con il pugno che si pesa la leggerezza o la pesantezza delle cose. I principi del Taiji Quan hanno senza dubbio le loro radici nel concetto del Taiji, ma il loro uso è inseparabile dai due pugni. Tutto il corpo umano, dall'alto al basso,è un Taiji; tutto il corpo umano, dall'alto al basso,è un quan. Non bisogna dunque vedere nel termine quan unicamente il significato di pugno.".

L'Arte Interna, quindi, implica un vero e proprio processo di acquisizione, di in-corporazione del concetto del Taiji che deve essere come scolpito nella carne, la quale, a sua volta, ne deve uscire trasformata e vivificata. E' necessario, per operare questa Trasformazione, riuscire ad attingere alla natura profonda del Taiji quale immagine archetipica del meccanismo che sta alla base della Realtà,e da questa costantemente rivelato nell'universalità dei fenomeni, vale a dire il principio di polarità.

Detto in altri termini, la natura profonda della Realtà, con le sue leggi e regole che ne garantiscono la sussistenza, quindi il suo essere fondamentalmente Ananke (Necessità)e " non-poter-essere-diversa-da quella-che è", si mostra, nell'uomo come negli altri esseri, anche e soprattutto attraverso il corpo\interfaccia fisica, le cui caratteristiche sono intrinsecamente necessarie in quanto esito del compromesso della materia vivente con l'ambiente e con le stesse leggi che regolano la manifestazione materiale .

Il che vuol dire,infine, che la pratica autentica del Tai Ji Quan (ma il discorso vale, seppur con alcune differenze, anche per le altre Arti Interne) può essere considerata, da un lato, una Manifestazione della Realtà attraverso il Corpo ma anche, allo stesso tempo, la sua Rivelazione entro il corpo del praticante stesso. Il quale, recitando correttamente la propria parte,comprende e testimonia la Natura profonda del Kosmos.

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